Dalle Ragioni della sostenibilità alla Bio-Architettura
…L’architettura, in quanto progettazione nell’ambiente di spazi fisici dell’uomo è chiamata ad inquadrare le scelte nel complesso rapporto dell’essere umano con gli altri esseri viventi. La progettazione dello spazio non è riducibile a mera operatività né a prassi neutrale (rispetto alle scelte di valore) ma è un’azione volta ad integrare la riflessione tecnica con la considerazione del dovere (etico) di rispetto e valorizzazione nei confronti dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda, in maniera da usare tecnologie e risorse in modo appropriato in una strategia di sostenibilità…
- in questo senso per dare significato ad ogni sommatoria di tecnologie e materiali occorre il coinvolgimento della tradizione, dei codici, dei linguaggi adottando un’ottica complessiva;
- la difficoltà della società attuale nel costruire i luoghi di cui abbiamo assoluto bisogno: caldi, accoglienti, amichevoli, sociali, viene attribuita non alla scarsità di conoscenza, ricchezze, contatti informazioni (che possediamo in misura straordinariamente maggiore rispetto a qualunque altro momento storico), ma semplicemente alla errata individuazione degli obiettivi e delle finalità dell’agire progettuale. Nel perseguire l’obiettivo di un’architettura più umana, la bio-architettura sostituisce i parametri artistici e fortemente autoreferenti di forma e funzione, propri dell’architettura moderna, con quelli più relazionali di spazio e tempo, intesi come riferimenti ai luoghi e alla storia;
- la bio-architettura prospetta così una sorta di “nuovo umanesimo” che vede come obiettivo primario del progetto la facilità di antropizzazione: la piazza migliore è quella dove sostano gli abitanti per sapere cosa si dice in giro, l’abitazione migliore è lo spazio dove semplicemente ci si sente a casa, la struttura urbana migliore quella che agevola le relazioni tra le persone. Sembrerebbero considerazioni scontate, ma trasformate in metodo e consapevolezza (cosa non semplice da attuare), risultano rivoluzionarie rispetto ad una prassi che distingue tra edilizia: macchine per abitare, e architettura: monumenti eretti al progettista o al potere. Il sostenere che ogni luogo, per poter vivere e sopravvivere, richiede attenzione e risposte specifiche porta ad escludere soluzioni preconfezionate e irripetibili e quindi a rifiutare manuali compositivi e tipologici di tipo prescrittivi;
- la bio-architettura si pone come una metodologia di progettazione dinamica, elastica, organica, che tende a far tenere in giusto conto, caso per caso, i bisogni e le aspettative del committente; una maniera che ne interpreta e ne asseconda i desiderata, che produce manufatti confortevoli, integrati con l’habitat circostante e a misura d’uomo.